FANZINE A CURA DELLE BRIGATE GIALLOBLU FERMANA – ANNO 6° N° 7 - DEL 08/12/2002

DI NOTTE RUBANO COME VERMI...

DI GIORNO SCAPPANO COME CONIGLI!

Abbiamo appositamente lasciato trascorrere un po' di tempo per commentare i fatti accaduti domenica 24 novembre, giorno della partita Sambenedettese - Fermana. Eravamo curiosi di verificare come la stampa ascolana (per noi San Benedetto e Ascoli sono la stessa cosa) sarebbe riuscita a ricamare sull’episodio di uno striscione delle Brigate Gialloblu misteriosamente finito nelle mani dei cugini degli ascolani. A dir la verità siamo rimasti decisamente sorpresi nel constatare come il fatto sia stato tenuto abbastanza all'oscuro dai media. Probabilmente i responsabili di quell’ "eroico" gesto, non sono riusciti ad infinocchiare i loro stessi giornalisti. Solo un mentecatto, noto "giornalista" e tifoso ascolano, tra l'altro neanche presente alla partita(!), è riuscito ad avere il coraggio dì pubblicare fandonie su fandonie. Il tutto ad ennesima dimostrazione che Ascoli e San Benedetto, rivalità di facciata a parte, sono - la questione di Fermo Provincia insegna - "pappa e ciccia".

Con questo articolo e, nostra intenzione raccontare sinteticamente il reale svolgimento dei fatti:

lo striscione delle Brigate Gialloblu fu rubato l'estate di quattro anni fa da un ripostiglio dello stadio "Bruno Recchioni" di Fermo. Il furto avvenne in una notte d'agosto, quando la maggior parte della gente stava beatamente godendosi le ferie e l'inizio dei campionati era ancora lontano. Secondo quella che si definisce "mentalità ultras" il furto notturno di uno striscione lasciato incustodito in un ripostiglio, è qualcosa di talmente vile che solo veri i e propri conigli sarebbero in grado da attuare. Non solo, questa gente ha anche avuto la brillante idea di esporlo e bruciarlo in pubblico! A questi signori, abitanti di un paese dove cinquant'anni fa c'erano solo palafitte, vogliamo dire che se stiamo loro così antipatici - visto che rubano come ladri di polli e ci insultano per tutta la partita con cori e striscioni - potrebbero farsi vedere durante e dopo le partite. Invece a San Maledetto, all'uscita, neanche l'ombra di un coniglio. Eppure gli striscioni li avevamo in mano...

Non abbiamo comunque l'intenzione di sprecare troppe parole nei confronti di chi non ha né storia né gloria, ma per secoli è stato inglobato nella "Marca Firmana", pur rappresentando un manipolo di poveri pescatori. Non ci va neanche, calcisticamente parlando, da ULTRAS della Fermana quali siamo, di scendere al loro livello. Perché noi non rubiamo di notte, non scappiamo di giorno e non ci facciamo pagare le trasferte dalla società. E a questi signori che si vantano d’essere tanti e calorosi, ricordiamo che solo fino a qualche anno fa, mentre loro giocavano a Monsampolo del Tronto con la Vis Stella, noi riempivamo il loro stadio con la Fermana in Serie B. Mai nessuno, invece, potrà permettersi di venire a giocare a casa nostra! nel nostro stadio, nella nostra CURVA.

BRIGATE GIALLOBLU 1974

 


CON TE LASSU' IL CIELO E' GIALLOBLU!

"La morte mi chiama: dormirò per sempre, Sono felice!".

Con queste frasi mirabili e tremende, pronunziate fra il serio ed il faceto, Renato Pasqualini detto "Il Barone" calava il sipario su quella che si sarebbe rivelata essere la sua ultima indimenticabile ed esilarante performance, in una Piazza dei Popolo gremita di gente festante, preconizzando il suo discreto trapasso.

Come già avvenuto a San Benedetto dei Tronto, oggi noi della Curva ricorderemo 'lu Barò", cioè uno di noi, uno che la Fermana, i suoi colori e la sua città, le ha sempre avute nel cuore, ostentandole in ogni dove sempre senza eccessi e, soprattutto, senza interesse alcuno se non quelli derivati dalla semplice passione figlia dell'immenso amore che nutriva.

Gireremo lo sguardo verso la "Laterale Ovest" e su un seggiolino in basso vedremo solo un mazzo di fiori, a ricordare un personaggio unico nel panorama della nostra città, che gettando nel suo ipotetico stagno un sassolino fatto di benevola ironia e d’immancabile partecipazione a tutte le iniziative e manifestazioni, sportive e non, cercava a volte riuscendovi di destare quella Fermo più noiosa, ripetitiva, boriosa, supponente e stereotipata che ancora oggi, agli albori dei terzo millennio, si ritrova concorde sempre e solamente sotto la bandiera della critica e della condanna, verso tutto e verso tutti. Il Barone ha amato veramente la nostra città, come poche altre persone e come poche purtroppo ha amato e seguito la Fermana. Noi possiamo dirlo perché resterà sempre vivo nei nostri ricordi, che rinverdiremo con il sorriso sulle labbra e, certi di una vita dopo la vita, nessuno c’impedisce di immaginarcelo già seduto ad un tavolo, con la sua bottiglia di prosecco ed il suo vassoio di paste, in compagnia di Balestrini e la sua immancabile acqua fredda, di un Giovanni Santini come sempre sorridente e pronto alla battuta, ed un compunto e signorile Ivan Sandukcic, lanciare la sfida nei suoi proverbiali "briscola e tressette", dove i vari epiteti baroniani (ricordate "pezzu d'un Cacatopus", Fellaga", "Fetacciò' o, buttando lo sguardo verso qualche bellezza, mormorando sommessamente "Fitanga" o "Poccerina") verranno dispensati anche a chi sta solamente a guardare, tipo Scintilla che, in compagnia dell’inseparabile ombrello, già se la ride...

Già, i ricordi ... Tanti e tali da scriverci un libro, da rappresentarli teatralmente o più semplicemente solo da raccontare. Come quella volta che, nel 1971, prese parte ad un "Rischiatutto" o nei 1990 al gioco televisivo "Puzzle Vip", quando "Renato Pasqualini, il playboy di Fermo, l'amico degli amici, che sa tutto sulla nostra storia..." Visse il suo quarto d'ora di celebrità, forando il piccolo schermo con il suo " rubicondo volto incorniciato da capelli rigati di giallo per li riverbero dei sole e lo sciabordio delle onde". 0 come qualche anno fa ad Ischia dove, arrivando e presentandosi all'ingresso della Tribuna d'onore come era solito fare (" Sono Renè de Brian, Baron De La Clouse de Pommery! Magnate dell'industria, luminare dei patrimonio ed archimandrita dei capitale, padrone di tutti i night e di tutte le sinagoghe e di tutti i coiffeur. Di professione benestante, nonché incontrastato signore e padrone dell'etere. Padrone di motociclette veloci e berline lussuose, nonché signore e padrone incontrastato dei Windsor" ) ottenne biglietto gratuito e posto privilegiato, dopo aver ricevuto le scuse delle maschere dello stadio, ree di non averlo riconosciuto. Ma quel giorno di partita ne vide poca. Pagando lo scotto della levataccia, il Barone si sopì si narra già al 10' dei primo tempo. Svegliato a fine gara salutò ì vicini rallegrandosi per il punto guadagnato, anche se durante il suo sonno Di Maggio ci aveva rifilato il gol dell'ex e condannato alla sconfitta.

Era solito dirci: "Ho sfidato, sprezzante, il pericolo di trasferte non proprio raccomandabili, perché la Fermana per me rappresenta tutto, mi provoca emozioni fortissime e mi ha dato amicizie uniche. Rappresenta la mia vita ed io darei la mia per lei: senza il giallo-blu non sono mai stato capace di stare. La seguirà sempre ed ovunque".

Una volta, prima di arrivare a Castel di Sangro (spareggio con il Canosa), ci dicesti: noto una certa rassegnazione, debbo chiamarvi a rapporto e passare in rassegna le truppe !" E dopo aver pronunciato un memorabile discorso, tutti insieme festeggiammo un’indimenticabile vittoria. Grazie di essere esistito Barone, di essere stato sempre e comunque uno di noi ed un VERO figlio di questa città, fiero di esserlo: per quanto ci hai insegnato attraverso una passione per la quale ti sei sempre battuto; per le esilaranti serate in Piazza, quando solamente parlandoci incantavi come un irresistibile pifferaio i fermani che, per ascoltare te, stazionavano in un luogo per noi sacro senza andare a cercare "brezze litoranee".

Non sei più tra noi, ma sei nel vento, in un tramonto, un'alba, un arcobaleno. Da questi elementi continua a guidarci perché per noi, oggi come ieri, il tuo ricordo sarà sempre da onorare.

Addio Barone, nostro "capo" ed eternamente "canarino" impareggiabile: CON TE LASSU' IL CIELO E' GIALLOBLU'.

La Curva


ANCHE LA CURVA SOLIDALE CON L'A.I.L.

L'A.I.L. Associazione italiana contro le leucemie linfomi che da 40 anni è impegnata nella ricerca scientifica e assistenza sanitaria Anche con il nostro piccolo contributo possiamo raggiunger un grande traguardo... SCONFIGGER LA MALATTIA!!!