FANZINE A CURA DELLE BRIGATE GIALLOBLU 1974 FERMANA - ANNO 1
IL VERO TIFO
Dopo la gagliarda prestazione di domenica scorsa, in uno scenario prestigioso come il “San Paolo” di Napoli, i canarini si trovano ora ad un punto cruciale della stagione. La partita con l’Ischia rappresenta infatti uno di quei momenti che può lanciare la Fermana, in caso di vittoria, verso i quartieri alti della classifica o quantomeno verso un prosieguo di campionato da affrontare senza gli assilli della scorsa travagliatissima stagione. Con ciò non vogliamo assolutamente sostenere che sarà un impegno facile o che vinceremo in scioltezza, anche perché l’esperienza ci insegna che nel girone B della C1 tutte le partite si possono vincere tanto quanto tutte si possono perdere. La bruciante sconfitta casalinga con la Juve Stabia (a proposito, il sig.Niccolai di Livorno era per caso tra i 10.000 livornesi che piangevano a Ferrara?) deve essere un esempio da tenere presente in ogni occasione. Sappiamo però che possiamo vincere e questa convinzione ci viene fornita dai nostri ragazzi che ogni domenica non lesinano mai impegno e volontà. Una volta si può giocare bene una volta male ma noi siamo fieri dello spirito con il quale i canarini di Iaconi scendono sistematicamente in campo. Noi, da parte nostra, dobbiamo evitare di farci irridere da arbitraggi supponenti come quello del livornese Niccolai o dai continui atteggiamenti provocatori dei Matticari di turno. Lo abbiamo già sottolineato in precedenti occasioni: gli avversari e l’arbitro devono essere intimoriti dal pubblico del “Recchioni” e la curva deve fare da traino al resto dello stadio. Le nostre armi però devono essere esclusivamente quelle dell’incoraggiamento vocale e della presenza numericamente massiccia. Dobbiamo stare attenti ad evitare il lancio in campo di qualsiasi oggetto ed evitare soprattutto qualsiasi azione che possa farci incorrere in provvedimenti di diffida dal frequentare gli impianti sportivi. Siamo stati già scottati a sufficienza la scorsa stagione, quindi cerchiamo di essere più furbi di tutti con gli altri. Sfoghiamoci, ma facciamolo solo con la voce. Una curva in cui tutti i tifosi sbraitano, urlano e si appendono alle reti di recinzione è molto più di aiuto alla Fermana rispetto ad una curva in cui c’è gente che lancia accendini in campo e che rischia di incorrere in diffide a livello personale, sia di farci squalificare il campo, sia di farci perdere la partita a tavolino. Non mettiamoci sullo stesso piano degli ascolani. Tifare la Fermana non è lanciare oggetti in campo, tifare la Fermana è cantare a squarciagola per 90 minuti incoraggiando i canarini nel bene e nel male. Oggi i tempi sono cambiati; la polizia bracca gli ultras in modo asfissiante, con ogni mezzo (anche tecnologico ). Le diffide hanno svuotato tutte la curve d’Italia, noi stessi ne abbiamo pagato gravi conseguenze. Dobbiamo adeguarci ai tempi. Non dobbiamo certo al nostro modo di essere ultras, ma dobbiamo farlo con maggiore intelligenza e con ogni cautela. Per noi stessi e per la Fermana.
BRIGATE GIALLOBLU 1974
P.S. - Domenica scorsa è stato ricordato dalla tifoseria pescarese il decimo anniversario dalla scomparsa di Sergio De Renzis, fondatore e leader indiscusso del movimento ultrà a Pescara. La vecchia guardia delle Brigate è solidale al dolore della famiglia De Renzis e dei ragazzi della curva pescarese e ricorda con immenso piacere la collaborazione di Sergio con gli ultras fermani nei primissimi anni ’70 e la sua simpatia per la Fermana Calcio.