CENNI STORICI

Correva l’anno 1913 quando sul ristrettissimo campo del ricreatorio “San Carlo”, il compianto Don Biagio Cipriani fa rotolare la prima palla di cuoio. E’ l’epoca dei tanti giocatori a Fermo solo per motivi di studio, Agnelli, Paglialunga, Fagioli, Curletta, Montanari di Livorno, Cioci e Taffetani di Macerata, che sfidano la “Victoria”, prima formazione calcistica in città (1910), in interminabili incontri sino al 1915 quando i ragazzi partono per la guerra e il ricreatorio viene trasformato in Ospedale Militare. Dopo la prima guerra mondiale si ebbe la nascita di una nuova Società Sportiva “La Fermo” alla cui presidenza viene eletto Uriele Vitali Rosati. Era l’anno 1920, inizia ufficialmente in questo momento la storia ultraottantennale del calcio a Fermo.

Nel 1923, in seguito ad una tumultuosa assemblea generale dei soci della Società “La Fermo”, ha luogo una scissione dalla quale nasce il “Fermo Football Club”, Presidente l’Ing. Checco Rocchetti, vice presidente Giulio Pasquali e segretario Umberto Mecozzi. Subito i nero-stellati conquistano le simpatie della massa dei tifosi con vittorie a ripetizione. In quell’anno ci fu il primo derby cittadino con una memorabile vittoria dei nero stellati contro La Fermo per 4-1. 

Nel 1925 avvenne la fusione delle due Società, da cui nacque “l’Unione Sportiva Fermana”. Tale fusione ebbe luogo in seguito allo scioglimento della Fermo F.C. decretato per motivi politici. Da detta Unione ecco nascere “l’undici Canarino 1925” e per non far torto ai nostalgici delle due squadre precedenti (bianchi e nero-stellati), vennero scelti i colori giallo e blu poiché all’epoca il Modena andava per la maggiore. Questa squadra era costituita prevalentemente da elementi locali. Purtroppo la squadra ebbe vita breve e dopo qualche anno di militanza  in terza divisione regionale finì per essere abbandonata anche dai suoi tifosi.

Nell’anno 1932 riuscì a disputare un campionate di seconda divisione nel quale si classificò seconda ad un punto dalla Jesina, vincitrice del girone. Altre squadre del girone erano Fabriano, Senigallia, Teramo, Spoleto, Città di Castello ecc. La Fermana era costituita per la quasi totalità da elementi locali e da studenti che giocavano sul vecchio campo sportivo “Campo di Marte”: Pradwalter (Tombolini), Diadori, Ferrari (Rossi), Recchioni, Varallo, e Interlenghi II, Tosi I, Novembre e Tosi II.

Nel giugno del 1933 viene inaugurato il Nuovo Campo Sportivo “Sandro Mussolini” che, fatalità, più tardi doveva essere intitolato alla memoria dell’atleta Bruno Recchioni, allora titolare in squadra, in qualità di mediano destro, e che perse la vita in guerra.

La Fermana, per ottenere l’ammissione alla I Divisione (equivalente alla serie C1 di oggi: infatti era, anche se per l’ultimo anno, l’anticamera della Divisione Nazionale B), dovette disputare delle semifinali, a girone unico, con la Libertas di Rimini e Penne, terminate rispettivamente al primo e terzo posto. Il raggiungimento della seconda posizione dette diritto alla Fermana di disputare la stagione 1933-1934 nella I divisione, in cui fu inclusa nel famoso girone soprannominato “dei tre mari” poiché comprendeva squadre che si affacciavano su Adriatico, Ionio e Tirreno. 1933: nella storia della Fermana è la prima promozione in una terza serie di ambito nazionale. La compagine gialloblù fu costretta ad occupare sempre posizioni di bassa classifica: il noviziato, il valore degli avversari, la mancanza di un allenatore e l’affrettata preparazione furono le cause del mezzo insuccesso.

Dalla S.S. Ascoli, allora in smantellamento, furono prelevati il triestino Perini e il tirolese Granicola, Francesco Mazzoleni, ottimo terzino dell’Atalanta, militante nella Divisione Nazionale B. Fu il migliore acquisto. Aveva militato anche nella divisione nazionale A sempre con l’Atalanta e fu pure convocato con la nazionale azzurra. Fu allenatore negli anni successivi, valido soprattutto con i giovani. Dalla Lombardia arrivarono altri giovani calciatori e si formò la squadra: Perini, Granicola, Sberna, Agnelli, Mazzoleni, Da Monti III, Interlenghi II, Sacripanti, Tosi I, Sala, Da Monti II e Da Monti I. I “canarini” finirono il campionato al decimo posto, ottennero la soddisfazione di battere sul  proprio campo una forte Anconitana aspirante alla promozione. Nella stagione 1934-1935 la società aveva un solo programma entrare nella Divisione Nazionale C, categoria di nuova istituzione, occorreva per questo classificarsi tra le prime quattro del girone. La Fermana ingaggiò un allenatore di valore: Hajos Harpad, ex nazionale Ungherese ed alcuni giocatori di valore. Al termine del campionato la Fermana si classificò quarta ed acquisì il diritto a partecipare al Campionato Nazionale di serie C. L’anno successivo fu disputato il primo campionato di serie C che a causa dell’inizio della guerra d’Africa ed al richiamo di molti giovani fu disputato in tono minore, ma comunque a differenza di altre società fu portato a termine. Causa le partenze di molti giocatori per la guerra d’Africa e la situazione finanziaria che attanagliava molti club tra cui la Fermana l’anno seguente la squadra fu sciolta e dopo la ripresa post-bellica nel 1946-1947 la Fermana si ritrova in Promozione (campionato di ambito interregionale tra la serie C e la prima divisione). Al termine delle prime tre stagioni calcistiche la Fermana si piazza sempre a metà classifica, dietro a Maceratese, Sambenedettese, Giulianova e Jesina promosse in quegli anni in serie C.

Nel 1949-1950 la Fermana si piazza al primo posto nel girone L della Promozione ed acquisisce il diritto a partecipare al campionato nazionale di serie C 1950-1951. In quell’anno i canarini battono L’Ascoli per 1-0 in casa e pareggiano 1-1 in trasferta al campo Squarcia di Ascoli Piceno. Battono sul filo di lana Avezzano e Vastese: La formazione base che vinse il campionato di promozione era la seguente: Vagnoni, Zerbini, Dolic, Testoni, Magnanimi, Cospiri, Guidetti, Grassi, Cuoghi, Sandukcic, Giuliani, Allenatore Piccaluga, direttore tecnico Eraldo Guidi, presidente della Società l’Onorevole De Cocci. La Fermana sale in C e nell’anno 1950-1951 arriva al termine della stagione regolare a pari punti con la Pistoiese con la quale disputa lo spareggio salvezza A Forlì vincendo per 1-0, rimanendo anche per la stagione 1951-1952 in serie C. L’anno fu contrassegnato da una stagione fallimentare che questa volta portò la Fermana al penultimo posto e quindi all’inevitabile retrocessione. Nella stagione 1952-1953 la Fermana disputò un campionato modesto classificandosi sestultima.

Nella stagione 1953-1954 in Quarta Serie (che in seguito diventerà serie D), la Fermana dopo l’ultima di campionato si classifica terz’ultima. Nella successiva stagione la Fermana al pari dell’Ascoli retrocede in Promozione Regionale, e nell’anno 1956-1957 ci fu l’ultimo derby del Piceno dove in casa la Fermana ebbe la meglio per 3-0, mentre ad Ascoli capitolò per 2-1.

Per i gialloblù cominciano alcuni anni di anonimato nella promozione regionale, poi negli anni sessanta il ritorno in quarta serie (serie D), con l’ingresso in Società di Baldassare Mori, industriale dei laterizi.

Nell’anno 1962-1963 fu sfiorata di nuovo la promozione in serie C con la famosa partita con la Ternana a Fermo, che avrebbe deciso la promozione, partita che terminò con una sconfitta bruciante dei gialloblù. Poi al termine degli anni sessanta con l’improvvisa cessazione delle industrie Mori la Fermana si ritrovò sull’orlo del baratro; nessuno voleva rilevare la società finché non arrivò il vulcanico Luciano Balestrini, antesignano dei moderni Patron che reggerà per un altro decennio, in serie D,  le sorti del sodalizio gialloblù. Nonostante le numerose difficoltà economiche, la Fermana in quegli anni sfiorò più volte il salto di categoria.

Clamorosa fu la stagione 1977-1978 (nella stagione successiva con la riforma della Serie C nacque la C1 e la C2), nella quale molte squadre di serie D sarebbero passate all’istituenda serie C2. La Fermana anche quell’anno non riuscì per una sola posizione a entrare in C2. Nell’anno 1978 entrò in società Paolo Belleggia, industriale calzaturiero fermano, che accompagnerà le sorti del sodalizio sino a metà anni novanta.

In questi anni ancora una volta i canarini vedono sfuggire dalle mani nelle ultime giornate possibili promozioni in Serie C2 . Finché rinforzata la società con l’ingresso dell’imprenditore edile Giovanni Santini, nella stagione 1983-1984, il ritorno tanto sperato in Serie C dei canarini, ecco la formazione tipo di quell’anno: Di Carlo, Emili, Petrelli, Ercoli, Beato, Agiottone, Eusepi (Lotorio), Miocchi, Bonaldi, Tontodonati (Del Zompo), Pierleoni (Gasparrini). In C2 si potenzia ancora la Società con l’ingresso del prof. Francesco Valentini (Presidente), l’avv. Sandro Chiodini (Amministratore) mentre Santini diventa Consigliere.

Si allestisce una squadra forte, con giocatori molto esperti (forse troppo) e così dopo un girone di andata buono, al ritorno c’è un crollo, dovuto anche a problemi interni, il sogno della serie C sfuma in soli dodici mesi.

Squadra e società si sciolgono, il sodalizio viene affidato ad un azionariato popolare guidato dal presidente Enrico Ulissi, piccolo imprenditore. La Fermana in quell’anno evita la seconda retrocessione consecutiva, disputando  uno spareggio sul neutro di Castel Di Sangro con il Canosa vincendo 4-2 ai rigori.

Arriviamo all’estate 1988, altra doccia fredda per la società, non viene perfezionata l’iscrizione al Campionato di Interregionale e La Fermana viene retrocessa d’ufficio al campionato di promozione regionale. Dopo la mancata iscrizione si dimettono tutti i dirigenti, Roberto Mistretta (commerciante) tiene le redini della società sino alla stagione 1993-1994. Nella stagione 1988-1989 la squadra ottiene la pronta risalita nel campionato di interregionale. Seguono altri quattro campionati di interregionale (diventerà poi Campionato Nazionale Dilettanti), con un secondo posto alle spalle dell’Avezzano. Infine eccoci alla stagione 1993-1994 che segnerà la fine del sodalizio gialloblù nelle categorie dilettanti con l’inizio di un periodo di grandi soddisfazioni, nei campionati professionistici.

La stagione 1993-1994 fu l’ultima che la Fermana disputò nei dilettanti. I canarini restarono in testa alla classifica sino all’ultima giornata quando furono scavalcati dalla Vis Pesaro. La Fermana a poche giornate dal termine aveva un cospicuo vantaggio sulla Vis, vantaggio che si colmò alla penultima gara di campionato quando al Benelli di Pesaro si affrontarono per uno spareggio promozione segnato da un giallo finale. Era il 95’ quando le squadre ancora ferme sullo zero a zero avvenne il fattaccio; Montingelli attaccante della Vis con un colpo di mano alla Maradona, non visto dall’arbitro Zaltron di Bassano del Grappa, porta in vantaggio la Vis Pesaro. La gara termina poco dopo, scatenando l’ira dei tifosi canarini. Stessa sorte subisce l’undici canarino nell’ultima di Campionato a San Marino con gol annullati e espulsione di due giocatori gialloblù, e a 6 minuti dal termine avviene la beffa del pareggio, che con la vittoria della Vis segna il definitivo sorpasso e la promozione diretta in C2 dei Vissini. A riconoscimento del torto subito, grazie anche al completamento degli organici della C2 per alcune radiazioni di società la Fermana viene ripescata in Serie C2.

La società viene trasformata in Srl, Paolo Belleggia diventa Amministratore Unico, come direttore Sportivo viene assunto Gianni Rosati che porta con se l’allenatore Bruno Nobili ed alcuni giocatori della retrocessa Civitanovese. La rosa del primo anno di C2 era la seguente: Beni, Bertaccini, Miccoli, Di Loreto, Di Venanzio, Ruscitti, Buratti, Pennacchietti, Coscetta, Bettella, Tridici, Filippine, Cocciari, Scoponi, Protti, Meluso, Vessella, Mancuso, Clementi. Tutto il girone di andata si gioca in campo neutro in quanto il vecchio stadio Recchioni deve essere sottoposto al primo dei tre recenti ammodernamenti per renderlo idoneo alle nuove normative di sicurezza.

La prima stagione di Serie C2 termina con una salvezza ottenuta alla penultima giornata vincendo per 1-0 sul Castel di Sangro.

Nella stagione 1995-1996 viene assunto come allenatore Marco Alessandrini, la squadra si barcamena a metà classifica sino alle ultime quattro gare. Poi con un accelerazione improvvisa vincendo tutte e quattro le ultime gare si classifica al quarto posto, ed accede ai play-off promozione che la vedono non favorita. Nella prima gara di spareggio incontra la Ternana, nettamente favorita, in campo neutro al Del Conero di Ancona, in quanto il Prefetto di Ascoli decreta non idoneo, per motivi di sicurezza, lo Stadio Comunale Bruno Recchioni di Fermo. La gara termina 2-0 per i gialloblù (reti di Stefano Protti), il portiere Soviero para anche un rigore. La gara di ritorno a Terni vede la netta supremazia dei Rossoverdi ternani che a un minuto dalla fine sono davanti per 2-0 ed essendosi classificati al terzo posto nella classifica regolare a questo punto per la regola nei play-off sono qualificati per la finale. All’ultimo minuto i canarini ottengono una serie di calci d’angolo consecutivi, nell’ultimo tentativo di segnare un gol che varrebbe la qualificazione. E quello che tutti potevano solo sognare avviene all’ultimo calcio d’angolo dopo una serie di batti e ribatti colpisce di testa a pochi passi dalla porta Marco Pennacchietti e ci regala il gol qualificazione. E’ il tripudio generale, dopo tanti anni, il popolo fermano aspetta il ritorno dei propri eroi sino a notte davanti allo stadio Recchioni. Ora l’ultimo sforzo, la finale per la promozione in C1 a Ferrara, l’avversario questa volta è il Livorno. I tifosi si mobilitano in forze, in circa 2.000 seguono i propri  beniamini a Ferrara, vengono in numero surclassati dai Livornesi, presenti in circa 10.000, nonostante ciò dall’inizio alla fine hanno incitato la propria squadra, consapevoli dell’impari lotta. La gara termina con il risultato di 0-0 dopo i tempi supplementari si giunge ai rigori, i gialloblù sono infallibili dagli undici metri mentre il portierone Soviero e l’imprecisione degli amaranto decidono la sorte a nostro favore per 4-1. E’ l’apoteosi, la Fermana è in Serie C1! La rosa di quest’anno è la seguente: Soviero, Bertaccini, Lauretti, Miccoli, Morelli, Di Fabio, Pennacchietti, Moscetta, Bettella, Turcheschi, Di Matteo, Scoponi, Di Loreto, Protti, Lunerti, Vessella, Matzuzzi, Clementi.

La stagione 1996-1997 segna l’inizio  della permanenza quasi continua della  Fermana Calcio in Serie C1. In questa stagione la squadra si salva allo spareggio nei play-out contro il Trapani , nel frattempo, nel corso dell’anno, la società ha cambiato proprietario da Paolo Belleggia a Giacomo Battaglioni che trasforma la società da Srl a Spa. Nella stagione 1997-1998 la squadra parte con traguardi più ambiziosi ma deve accontentarsi di una salvezza conquistata alla penultima giornata, dopo un anno travagliato, con alla guida il tecnico Ivo Iaconi. La stagione successiva 1998-1999, la squadra sempre con alla guida Ivo Iaconi viene radicalmente trasformata, cambia modulo di gioco, ed inizia un Campionato che terminerà con una lunga cavalcata finale in “Serie B”. Per la verità la squadra, nel girone di andata, pur sfoderando buone prestazioni non raccoglie quanto seminato, ma nel girone di ritorno messi a punto alcuni meccanismi di gioco inizia la lenta risalita (alla fine del girone di ritorno la squadra era posizionata al penultimo posto con soli 18 punti) che alla penultima giornata la porta solitaria in testa alla classifica. Nell’ultima gara a Battipaglia è vittima di un giallo ancora non risolto, l’intera squadra rimane vittima di un avvelenamento da cibo o di un vero e proprio attentato, alcuni elementi debbono essere trasportati al pronto soccorso causa dissenteria acuta e quindi sottoposti a flebo. La squadra scende in campo rimaneggiata e svuotata di forze fisiche ma non certo nervose, infatti dopo essere passata in svantaggio nel primo tempo, nel secondo riagguanta il pareggio con Umberto Marino e vince per 2-1 con il gol storico di Mattia Mastrolilli, nel tripudio di circa tremila sostenitori giunti da Fermo con due treni speciali, tanti autobus ed auto private. La rosa vincitrice del campionato di serie C1: Cecere, Prete, Maiuri, D’Angelo, Di Fabio, Perra, Di Salvatore, Marino, Scoponi, Mastrolilli, Pandolfi, Di Venanzio, Ardigò, Bruno, Di Renzo, Pagani, Bonfanti L., Morelli, Chiodini.

Lo stadio comunale Bruno Recchioni per poter far disputare alla Fermana Calcio il primo Campionato di Serie B della sua storia viene radicalmente trasformato, rifatta la nuova curva i nuovi spogliatoi e la tribuna stampa, allargato e rifatto il nuovo terreno di gioco, rifatte le nuove recinzioni in plexiglas, la capienza totale viene portata a poco meno di 10.000 posti. La stagione 1999-2000, la prima della sua storia in serie B, termina malamente con una retrocessione, nonostante ciò la Fermana riesce sul proprio campo a battere squadroni allestiti per la Serie A come: Atalanta (1-0), Ternana (2-1), Napoli (3-2), Genoa (2-1), Cesena (1-0), e non riuscendo i quello che era stato possibile nella stagione precedente, la risalita di classifica dopo un girone di andata disastroso.

Nella stagione 2000-2001 eccoci di nuovo in C1, cambia l’allenatore Salvo D’Adderio, rimangono alcuni elementi del precedente Campionato di Serie B e si riparte con qualche ambizione, ma un di nuovo un girone di andata disastroso portano all’esonero del mister D’Adderio e con l’avvento del nuovo allenatore Dino Pagliari la squadra ricomincia una lenta risalita che a poche giornate dal termine e con la nuova vittoria del derby con l’Ascoli (2-1) porta la squadra a un punto dalla zona play-off, ma la squadra a questo punto appagata dai risultati tira i remi in barca e chiude solo con una salvezza anticipata. Si ricomincia sempre dalla C1 stagione 2001-2002 con tante ambizioni, squadra giovane, ma con giovani di belle speranze, (oggi qualcuno di questi gioca stabilmente in serie A e B), si parte con la speranza almeno di centrare i play-off, ma una serie di risultati non proprio brillanti (nonostante la squadra nel girone di andata giri a 23 punti a circa cinque punti dalla zona play-off) viene esonerato dopo le contestazioni dei tifosi  Pagliari ed al suo poto il nuovo tecnico argentino Ortega. La squadra cambia modulo di gioco e dopo alcune gare vinte arpiona la zona play-off e quando si potrebbe mantenere la posizione, inizia una serie di gare disastrose e la classifica diventa pesante sino ad arrivare in zona play-out. Si cambia di nuovo allenatore, ritorna Pagliari e alla penultima gara si agguanta la salvezza. La stagione 2002-2003, parte con poche ambizioni, squadra molto giovane e con un nuovo tecnico Rosolino Puccica, nel girone di andata la squadra esprime un buon gioco e naviga in acque più che tranquille poi nel girone di ritorno il crollo verticale nonostante le prestazioni non siano scadenti ma errori fatali dal dischetto di rigore, gol falliti in modo eclatante e nell’ultima gara due rigori sbagliati portano la squadra all’ultimo posto con retrocessione in Serie C2. C2 che dura soltanto due mesi, grazie a un bilancio sano ed alla cancellazione di alcune società per irregolarità economiche la Fermana viene dapprima ripescata e poi a completamento dell’organico di C1, causa la ristrutturazione del campionato di B, risale in C1.

Dal 2003 al 2005 cominciano le annate più deludenti con la Fermana sempre invischiata nelle zone di bassa classifica e partecipante fissa ai playout. Nonostante tutto la squadra riesce a salvarsi. Nel 2006, la Fermana retrocede in Serie C2, con una squadra sempre più imbottita di giovani e sempre più in crisi economica. Nell'estate dello stesso anno Battaglioni lascia la squadra e la Fermana Calcio è costretta a dichiararsi fallita.

Dalle ceneri della Fermana Calcio nasce l'Unione Sportiva Fermana, che viene iscritta al campionato di Prima Categoria. Al timone societario Giorgio Ruggeri. La stagione 2006-2007 si chiude con la vittoria del campionato con diverse giornate di anticipo e la conseguente risalita diretta in Promozione.